In Italia, nell'immediato secondo dopo-Guerra, si fa vivissimo negli intellettuali il bisogno di un impegno concreto nella realtà politica e sociale del paese. L'antifascismo represso prima, e l'adesione ai moti di rivolta popolare poi, determinano in molti scrittori l'esigenza di considerare la letteratura come una manifestazione e uno strumento del proprio impegno.
Questo diffuso bisogno di impegno concreto nel reale dà origine a romanzi ispirati alla Resistenza e ad importanti dibattiti che hanno per tema il ruolo e i doveri degli intellettuali nella società, il passato rapporto degli intellettuali col fascismo e quello attuale col Partito Comunista Italiano.
Tutto ciò può sintetizzarsi come un vero e proprio investimento per la cultura e per il futuro della società italiana, per ritornare a una situazione di benessere collettivo.
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